Planetologia

Plutone sotto i riflettori – Parte III: la composizione superficiale

A luglio 2015 la sonda New Horizons è giunta vicino al pianeta nano più famoso del Sistema Solare. Dopo mesi di analisi dei dati ottenuti, il team di ricerca della New Horizons ha deciso di pubblicare i risultati di queste analisi in una serie di articoli su Science.

Oggi parliamo della composizione delle superfici di Plutone e Caronte.

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Plutone e Caronte a confronto

La conformazione di una superficie planetaria è il prodotto dei materiali disponibili e dei processi fisici e chimici che agiscono su di essa. L’osservazione della superficie fornisce quindi informazioni su questi processi ed è un prerequisito fondamentale per capire la storia di quel mondo.
I principali componenti chimici della superficie di Plutone sono senz’altro il ghiaccio di azoto e monossido di carbonio, il metano, l’acqua, e le toline.
Il ghiaccio d’acqua e di ammoniaca dominano invece la scena su Caronte, il principale satellite di Plutone.

Le immagini di Plutone e Caronte mostrano una forte variabilità cromatica dovuta alla diversa composizione chimica delle diverse regioni. Su Plutone è evidente il rossore della fascia di toline non volatili che riveste la regione equatoriale, la quale mostra numerosi crateri da impatto meteorico. Una grande pianura liscia, come quella visibile su Plutone deve essere in grado di ripristinare la propria superficie rapidamente per eliminare tutti i crateri da impatto: infatti le osservazioni della regione pianeggiante mostrano una composizione dominata da ghiaccio di ammoniaca e monossido di carbonio, elementi fortemente volatili. L’acqua non appare in queste regioni, ma in regioni vicine sì, mentre il metano appare appare soprattutto sulle creste dei monti e sui bordi dei crateri a basse latitudini e alle alte latitudini nell’emisfero nord. Il contrasto di albedo (capacità di riflettere la radiazione incidente) tra le varie regioni di Plutone è uno dei più estremi del Sistema Solare.

Anche Caronte offre le sue soprese. La sua superficie ricca di ghiaccio d’acqua non è come quella degli altri satelliti ghiacciati del Sistema Solare, in quanto si distingue per il colore rossastro del suo polo nord, dovuto alla tolina, e per la presenza di varie macchie di ghiaccio di ammoniaca.

Bisogna comunque tenere presente, che Plutone è un mondo fortemente variabile: infatti la forte presenza di elementi volatili rende facili le variazioni morfologiche anche alle basse temperature a cui si trova.

[1] W.M. Grundy et al., Surface composition across Pluto and Charon, Science Magazine

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