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4 problemi nella costruzione di una base su Marte

Una delle sfide che molto probabilmente coinvolgeranno l’umanità nei decenni a venire è quella dell’esplorazione umana di Marte. In questo post si analizzeranno i principali problemi preliminari che dovranno essere in qualche modo affrontati per rendere la costruzione di una base sul Pianeta Rosso una sfida possibile.

Marte

Dall’europea ExoMars alla Dragon 2 della SpaceX, sono molte le missioni robotiche previste per Marte nel prossimo decennio. Ragionevolmente si può affermare che se si presenteranno le condizioni geopolitiche ed economiche adatte, entro il 2050 atterreranno i primi uomini su Marte.

Ma se dopo i primi passi vorremo costruire una vera e propria base stabile sul Pianeta Rosso, utile anche in vista di successive esplorazioni umane del Sistema Solare, ci sono alcuni problemi a cui dovremmo trovare soluzione. Eccone alcuni dei principali [1]:

  1. Inventare un sistema adatto di protezione degli astronauti e di alcune parti delle navicelle dalle radiazioni cosmiche e dei venti solari. 

    Il campo magnetico di Marte è infatti debolissimo e la sua atmosfera molto rarefatta, perciò gli astronauti si dovranno riparare in qualche modo dalla radiazione proveniente dal Sole. Problema simile si presenterebbe per la schermatura dalla radiazione prodotta dalla fissione nucleare, se questa dovesse essere la scelta per il sistema di propulsione dell’astronave.
    Non sembra ad ogni modo un problema insuperabile, e la soluzione più efficace potrebbe essere quella di generare un campo magnetico attorno alla navicella che permetta di schermare queste radiazioni.

  2. La costruzione di uno spazioporto.

    Sembra fantascienza, ma uno dei migliori sistemi per semplificare i trasporti verso Marte ed il resto del Sistema Solare sarebbe quello di costruire uno spazioporto nel punto lagrangiano Terra-Luna. Si tratta di un punto particolare in cui gli effetti gravitazionali di Terra e Luna si controbilanciano, rendendo non necessaria un’azione di propulsione per restare in posizione. Ciò permetterebbe di ridurre notevolmente i costi delle missioni.

  3. La scelta del luogo in cui atterrare.

    Si tratterebbe di una scelta sicuramente molto dibattuta e complessa. Un posto adatto potrebbe essere quello individuato dalla missione Mars Express in cui si trova un lago ghiacciato causato dall’impatto di una cometa.
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    Ciò permetterebbe di avere a disposizione per gli astronauti sia il rifornimento idrico sia l’ossigeno necessario per la respirazione.

  4. Comunicazioni efficienti.

    I satelliti dovranno fornire una copertura continua e allo stesso modo dovrà essere continua il collegamento tra gli astronauti su Marte e la navicella eventualmente rimasta in orbita.

 

 

[1] G.Bignami, A.Sommariva, Oro dagli Asteroidi e Asparagi da Marte, Mondadori Università, 2015

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