Fisica Terrestre

Terremoti e trivelle: che legame c’è?

Tra le varie discussioni che accendono i social ce n’è una che va molto di moda in periodi in cui si verificano episodi sismici: la relazione causale tra questi episodi e la presenza di impianti di estrazione in mare, le famose trivelle. In questo articolo si cercherà di fare un po’ di chiarezza a riguardo.

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Un tipico post di facebook sul tema terremoti e trivelle.

In generale che l’attività di estrazione possa indurre sismi in alcune condizioni particolari è un fatto appurato e noto (si veda ad esempio questo articolo); ma che ci possa essere effettivamente una relazione causale tra queste attività ed i terremoti che hanno colpito il Centro Italia in questi giorni è un’altra storia.

La prima considerazione che bisogna fare è che la quantità di energia che viene messa in gioco durante i processi estrattivi è enormemente più piccola di quella legata ai fenomeni naturali legati alla tettonica. I movimenti tettonici in alcuni casi provocano una grande liberazione di energia a partire da un punto, detto ipocentro del terremoto, dal quale questa energia si propaga sotto forma di onde meccaniche, dette onde sismiche. Questi movimenti tettonici non sono assolutamente influenzabili da attività umane di alcun tipo, proprio in virtù del valore irrisorio di energia di queste ultime a confronto con i primi.

C’è tuttavia un legame di causa-effetto tra il pompaggio di acqua nei giacimenti eseguito durante alcune fasi dell’estrazione con la tecnica del fracking: il pompaggio velocizza il processo di lubrificazione delle faglie,  modificando la velocità di rilascio di energia. Questo fenomeno, detto di induzione di terremoto, è comunque in azione nelle faglie che scorrono in zone sottomarine, e già questo esclude il legame tra le trivellazioni adriatiche ed i sismi del centro Italia. In altri casi si parla di terremoto innescato, se l’attività di pompaggio funge da “goccia che fa traboccare il vaso” ed innesca un terremoto che sarebbe comunque avvenuto successivamente. Bisogna comunque appuntare che in Italia il fracking non è praticato.

I sismi indotti da estrazioni petrolifere sono comunque di bassa magnitudo, proprio perché l’energia in questione non può che essere poca. I terremoti di elevata intensità che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni hanno senz’altro una genesi tettonica, in quanto di elevata magnitudine.

Giustificare la frequenza dei terremoti con l’utilizzo delle trivelle (parola tra l’altro errata e fuorviante) significa pensare che senza la trivellazione i sismi sarebbero più distanziati nel tempo o che addirittura non ci sarebbero affatto: questo è di fatto confutato dalla storia della sismologia (i terremoti avvenivano anche in epoche precedenti alle prime trivellazioni), e la teoria della tettonica delle placche è sufficiente a giustificare una frequenza “anomala” delle scosse.

Per concludere: è giusto affermare che in alcuni casi le attività di estrazione possano indurre sismi di piccola entità, ma non in questo caso.

Fonti:
formiche.net, Trivelle, tutte le sciocchezze su fracking e terremoti, 16 aprile 2016
Chi ha paura del buio?,  Le trivellazioni causano terremoti?, 1 novembre 2016

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A volte la portata rivoluzionaria

Un pensiero su “Terremoti e trivelle: che legame c’è?

  • giorgio bianciardi

    Ottimo, e corretto, articolo. Speriamo serva a far ragionare.

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