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Cometa Neowise: cos’è, da dove viene, e come osservarla

Tra i tanti fenomeni che avvengono nel cielo, il passaggio delle comete è sicuramente tra quelli che attirano di più gli sguardi sia degli appassionati che di chi il cielo lo osserva solo ogni tanto. Se poi il passaggio avviene in estate, quando si può osservare sdraiati su un prato al canto dei grilli, ancor meglio. Ma da dove viene la cometa NeoWise? E qual è il modo migliore per osservarla?

Wise è stato un telescopio spaziale della Nasa attivo dal 2009 al 2011. Il Suo obiettivo era quello di scandagliare nell’infrarosso, una volta ogni dieci mesi, l’intera volta celeste. Nel 2013, quando ormai la sua missione era finita, il telescopio venne riconvertito alla ricerca e allo studio dei corpi minori, degli asteroidi e delle comete che arrivano nello spazio vicino all’orbita terrestre, i cosiddetti Near-Earth Objects (NEO). Da quel momento il suo nome venne modificato in NeoWise, termine che per questa ragione vediamo comparire negli oggetti che identifica.

La scoperta e le prime analisi

La cometa C/2020 F3 NeoWise è stata scoperta da NeoWise il 27 marzo scorso durante la sua corsa verso il perielio, il punto dell’orbita più vicino al Sole e anche quello più rischioso per la sua sopravvivenza. Molte comete, come di recente è avvenuto per la C/2020 Y4 Atlas, rischiano infatti di disintegrarsi durante il passaggio ravvicinato alla nostra stella a causa dell’enorme calore sviluppato. Del resto, la coda che rende famose le comete non è altro che il materiale di cui sono composte che si distacca dalla superficie a causa dell’interazione con la nostra stella e si disperde nello spazio interplanetario. Se se ne distacca troppo, o nel modo sbagliato, la cometa può frantumarsi e concludere così la sua storia.

Ad ogni modo, il 3 luglio scorso la NeoWise è passata al suo perielio, all’interno dell’orbita di Mercurio, ed è sopravvissuta. Dalle prime analisi della sua orbita e della sua composizione, abbiamo iniziato a conoscerla. La NeoWise ha un diametro di circa 5 chilometri e una superficie coperta di polvere scura. La sua orbita è un’ellisse estremamente schiacciata e impiega circa 6800 anni a percorrerla. Per questo non la rivedremo passare nei paraggi prima di quasi 7000 anni. Il punto più lontano della sua orbita, l’afelio, è a 715 unità astronomiche, più di 700 volte la distanza che separa la Terra dal Sole. Questo significa che classificabile come una cometa a lungo periodo, una cometa che viene dalla Nube di Oort, quell’insieme fitto di comete che circonda il nostro sistema planetario.

La C/2020 F3 NeoWise dalla Stazione Spaziale Internazionale. Credits: Bob Behnken

Come e quando osservarla

Dal 13 giugno scorso la cometa è abbastanza luminosa da poter essere osservata a occhio nudo, e rimarrà tale fino al 1 agosto. Si tratta di un intervallo temporale piuttosto corto, soprattutto se pensiamo che per noi osservatori dell’emisfero nord è salita sopra l’orizzonte solo ai primi di luglio.

La sua luminosità è per ora attorno alla prima magnitudine (come la stella Deneb) e non si sta riducendo troppo velocemente grazie al fatto che mentre si allontana dal Sole si sta avvicinando alla Terra. A partire dal 22 giugno, invece, la riduzione sarà molto più rapida perché avrà superato il perigeo, il punto più vicino al nostro pianeta, e proseguirà nel suo viaggio verso la Nube di Oort.

Per i primi giorni è stata osservabile solo nell’ora precedente l’alba, a partire dalle 4 del mattino e per di più molto bassa sull’orizzonte nord, non troppo distante dal punto in cui sorge il Sole. Dall’11 luglio ha però iniziato a diventare progressivamente sempre meno visibile nelle ore mattutine e sempre più alta sull’orizzonte nelle ore serali, diventando accessibile anche per chi non è disposto a svegliarsi nel mezzo della notte.

Dall’11 luglio si può infatti osservare anche tra le 21 e la mezzanotte e dal 15 luglio fino al perigeo resterà in cielo tutta la notte. La direzione da guardare è l’orizzonte nord-ovest.

Non è altissima sull’orizzonte, non supererà mai i 20 gradi di cielo di altitudine, per cui è necessario comunque che non vi siano ostacoli alla visuale in quella direzione. Inoltre, per la stessa ragione, è necessario un cielo abbastanza buio per poterla distinguere tra l’inquinamento luminoso e le luci artificiali. Per quanto con le giuste condizioni si possa godere della cometa anche a occhio nudo, è decisamente più fruibile con l’ausilio di un binocolo o di un piccolo telescopio.

Foto in copertina di Raysastrophotography

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