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Tunguska: fu un asteroide a colpire la Siberia nel 1908?

L’evento di Tunguska è uno dei più grandi misteri del secolo scorso: nel 1908 un’area di migliaia di chilometri quadrati nel nord della Siberia fu investita da una grande esplosione, con pochissimi testimoni e senza frammenti dell’oggetto che l’aveva causata. L’ipotesi più probabile è quella di un impatto planetario.

Siamo in Siberia, nei pressi del fiume Tunguska Pietrosa. È il 1908, e la Russia imperiale guidata dalla dinastia Romanov si avvicinava ormai al suo declino, quello che portò alla Rivoluzione d’ottobre e poi alla nascita dell’Unione Sovietica. Proprio in questo contesto, nel pieno della taiga siberiana, avvenne uno degli eventi esplosivi più misteriosi del secolo scorso. L’evento spianò un’area di 2150 chilometri quadrati di foresta, causò un terremoto di magnitudo 5, persone vennero colpite dall’onda d’urto anche a decine di chilometri di distanza. Tuttavia quella regione della Siberia era un luogo in cui abitavano solo alcuni pastori nomadi: probabilmente non ci sono stati morti, ma neanche molti testimoni diretti. Non c’è un cratere da impatto né frammenti di asteroide sulla Terra. Eppure, a oggi, riteniamo che la spiegazione più probabile dell’evento di Tunguska sia quella di un impatto planetario.

L’evento di Tungunska

L’evento di Tunguska ha una lunga storia di studi che nell’ultimo secolo hanno cercato di capirne i dettagli risalendo alle fonti storiche e a quelle geologiche, alle testimonianze, ai modelli fisici dell’impatto e a quelli sismici degli effetti sul circondario. Parliamo di oltre un migliaio di studi scientifici, perlopiù basati sui danni che l’esplosione aveva causati, osservati negli anni successivi all’evento. Per quanto ci siano comunque molti misteri a riguardo, qualche punto fermo possiamo metterlo. Era la mattina presto di un martedì, le 7:14 del 17 giugno 1908 nel calendario giuliano (quello adottato in Russia a quel tempo e fino al 1918). Nel nostro calendario era il 30 giugno. Gli effetti dell’esplosione furono percepiti anche a decine (se non centinaia) di chilometri di distanza, dove i vetri tremarono, le porte e le finestre sbatterono, i cavi elettrici ondeggiarono. Un treno fu fermato per paura a causa del tremore.

Il luogo dell’evento di Tunguska

Le testimonianze di Tunguska

L’area non era completamente disabitata. La densità di popolazione era molto bassa, ma in quella regione abitavano gli evenchi, popoli nomadi pastori di renne anche noti come tungusi, e qualche commerciante di pelli russo insediato in piccoli villaggi lungo il fiume. Alcune testimonianze dell’evento, circa una settantina, furono pubblicate sui giornali russi nelle settimane successive. Altre furono raccolte dai ricercatori negli anni e decenni successivi. Tutte le testimonianze furono raccolte in una ricerca del 1981 guidata da Nikolay Vasilyev del Tunguska Exploration Group (sono consultabili su questo sito web). Ma la lingua evenchi non era parlata da molti, la popolazione non utilizzò un linguaggio scritto fino al 1931, e molti di questi racconti sono indiretti, magari raccontati da persone a cui sono stati raccontati a loro volta, oppure presenti in diverse versioni, o ancora raccolti molti decenni dopo l’evento. Insomma, l’attendibilità di molti dei racconti, come sempre, si può facilmente mettere in discussione. Degli oltre 500 racconti raccolti da Vasilyev, sono solo 44 quelli raccolti a meno di 130 chilometri dall’epicentro. Solo una manciata di questi vengono da persone che si trovavano all’interno dell’area in cui sono caduti gli alberi.

Un gruppo di Evenchi di inizio ‘900

Davvero non ci sono stati morti o feriti a causa dell’evento di Tunguska?

Gli evenchi sono riluttanti nel parlare liberamente dei morti, quindi in realtà non possiamo escludere che ci siano stati morti e feriti a causa dell’evento di Tunguska, ma che non siano stati riportati nei racconti. L’onda d’urto può aver fatto danni, così come l’energia termica rilasciata dall’impatto. I venti generati da questo improvviso rilascio di energia possono aver causato anche morti, ci possono essere state bruciature dirette, danni alle retine fino alla cecità. Senza contare la diffusione di gas soffocanti. E in effetti tra le molte testimonianze ce ne sono alcune che riportano ferite a seguito dell’evento, con tre morti probabilmente veritiere: per esempio durante un congresso del 1926 una donna evenchi riportò che suo marito venne sbattuto contro un albero, rompendosi il braccio e forse (ma questo non è detto esplicitamente) morendo a causa di complicazioni. Ad ogni modo, se Tunguska ha causato morti tra gli evenchi nella taiga siberiana, noi potremmo semplicemente non avere modo di saperlo con certezza.

Alberi nella regione dell’impatto, immortalati in una spedizione del 1921

Fu quindi un asteroide a generare l’evento di Tunguska?

Tra le testimonianze raccolte da Vasilyev ci sono anche vari disegni che ritraggono l’evento, raccolti da testimoni nel corso degli anni ’60. La somiglianza con una meteora è abbastanza evidente. Un racconto comparso su un giornale del 1908 parla di una grande fiamma nel cielo, così luminosa da illuminare le stanze che avevano una finestra nella direzione dell’esplosione. Inoltre, la simmetria degli alberi caduti non è sferica, ma cilindrica, indicando proprio una traiettoria simile a quella che possiamo aspettarci da una meteora che sia entrata in atmosfera con un’inclinazione minore di 45°. L’inclinazione e l’orientazione dell’oggetto lo rendono compatibile con le orbite di piccoli asteroidi near-Earth o con le comete di breve periodo, quelle della famiglia di Giove.

Il rilascio di energia è avvenuto tra i 6 e i 12 chilometri di altitudine, e lo sappiamo perché gli alberi vennero abbattuti su un’area di circa 8 chilometri di diametro. Gli alberi nell’area centrale sono stati bruciati dall’energia dell’evento, e in più ci furono altri incendi in alcuni punti sparsi anche a 10-15 chilometri di distanza dall’epicentro dell’esplosione. Un oggetto di almeno 30-40 metri di diametro, entrando in atmosfera con una velocità tra i 20 e i 40 chilometri al secondo, si sarebbe completamente distrutto durante la caduta a causa dell’attrito con l’atmosfera, trasferendo la sua enorme energia cinetica all’aria.

L’area dell’impatto in pianta. Credits: Jenniskens et al., 2019

Cosa ci insegna Tunguska

Tunguska non è solo un evento d’interesse astronomico, è un evento fondamentale anche per quanto riguarda la difesa planetaria, per capire cosa succede quando si concretizzano i potenziali pericoli che vengono dallo spazio. Quando ci preoccupiamo lo facciamo quasi sempre solo di eventi su scala planetaria, ma anche quelli più piccoli possono causare molti danni, morti e feriti. Tunguska non ha fatto troppi danni perché è capitato in una regione disabitata, ma pensiamo cosa potrebbe succedere con un evento simile in una città o in una metropoli. La distruggerebbe. Ed eventi di queste proporzioni possono essere in linea di principio molto più frequenti rispetto a quelli su scala planetaria, oltre al fatto che gli asteroidi più piccoli spesso sono proprio quelli che scopriamo meno facilmente. Lo abbiamo visto anche con l’evento di Chelyabinsk: sempre in Siberia nel 2013 un piccolo asteroide si è frammentato sulla cittadina di Chelyabinsk, causando oltre 1600 feriti, perlopiù a causa dei frammenti di vetro che esplodevano durante gli impatti. Sarebbe quindi il caso di prendere per bene in considerazione le eventuali strategie di mitigazione e di evacuazione delle aree abitate.

Fonti: P. Jenniskens, 2019, Icarus Tunguska Special Issue 2019

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