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Gli anelli di Giove

Saturno non è l’unico ad avere un sistema di anelli. Anche Giove, oltre a Urano e Nettuno, sono signori degli anelli. Certo, non grandi e vistosi come quelli di Saturno, ma pur sempre anelli.

Gli anelli gioviani stati osservati per la prima volta dalla Voyager 1, nel 1979, e poi studiati dalla sonda Galileo, che nel 1995 si inserì in orbita attorno al gigante.

Gli anelli di Giove sono costituiti quasi unicamente da polvere, sono deboli e da Terra si possono osservare solo sfruttando la potenza dei più grandi osservatori, non certo con i piccoli strumenti amatoriali.

L’anello principale, il più luminoso del sistema di anelli gioviano, ha un raggio di circa 129000 chilometri, quasi il doppio del raggio di Giove, e si estende per oltre 6500 chilometri.

Siccome questo anello coincide con l’orbita del satellite Adrastea e ha anche proprietà ottiche simili, si pensa che le polveri che lo compongono siano proprio originate dagli impatti su questo satellite da parte di particelle e corpi più piccoli.

Del resto, le particelle di polvere vengono rimosse dagli anelli entro 100-1000 anni a causa degli effetti del campo magnetico gioviano. Quindi se ci sono degli anelli ci deve essere una sorgente che continuamente rifornisca gli anelli di particelle.

Gli anelli di Gossamer sono strutture ben più deboli e esterni rispetto all’anello principale. Uno corrisponde all’orbita del satellite Amalthea, a 182000 chilometri dal centro di Giove. L’altro all’orbita del satellite Thebe, a 226000 chilometri di distanza, è il più esterno e debole di tutti gli anelli di Giove.

La silhouette degli anelli immortalati dalla sonda Galileo

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