Le più belle foto del mese – Marzo 2016
Sono qui raccolte le più belle immagini di marzo pubblicate quotidianamente sulla pagina facebook di questo blog. Cliccate sulle immagini per vederne la descrizione e mettete “mi piace” alla pagina Cronache dal Silenzio per riceverle quotidianamente.
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Quella che vedete in foto è la galassia a spirale NGC 3310. Si ritiene che circa 100 milioni di anni fa abbia colliso con una galassia più piccola causando grossi sconvolgimenti e un rapido incremento del numero di stelle in formazione.
Infatti la variazione di gravità durante la collisione genera onde di densità che comprimono le nubi preesistenti incentivando la formazione stellare.
La foto è stata scattata dal Gemini North Telescope ed è stata colorata in modo che il rosa evidenzi il gas mentre il bianco ed il blu indichino le stelle. Alcuni degli ammassi nella galassia sono piuttosto giovani, indicando che dopo la collisione le galassie impiegano molto tempo prima di rilassarsi.
NGC 3310 si estende per circa 50.000 anni luce a circa 50 milioni di anni luce da noi, ed è visibile con un piccolo telescopio nella direzione dell’Orsa Maggiore.
Fonte: NASA, astonomy picture of the day, Gemini obs.

In foto si può osservare uno dei due potenziali criovulcani presenti sulla superficie di Plutone.
I criovulcani, letteralmente vulcani ghiacciati, sono aperture della superficie di un pianeta, da cui invece della lava escono acqua, ammoniaca e composti del metano. La fonte dell’energia di questi criovulcani non è nota; si ipotizza che provenga da fenomeni mareali o da effetto serra sotterraneo dovuto alla presenza di una superficie ghiacciata.
Altri corpi del sistema solare che presentano fenomeni di questo tipo sono Encelado, Titano e Tritone.
Hai seguito lo speciale di Cronache dal Silenzio “Plutone sotto i riflettori”? Leggilo sul blog: https://cronachedalsilenzio.wordpress.com/2016/03/26/plutone-sotto-i-riflettori-conclusione-book-fotografico-del-pianeta-nano/
Fonte: NASA, New Horizons

In foto sono visibili due nubi piuttosto inusuali comparse a inizio mese nei cieli di Hong Kong, in Cina.
Sul primo piano abbiamo una lunga nube lenticolare, una nube che si forma vicino le montagne durante la risalita d’aria (e ad alcuni può apparire come un’astronave aliena).
Più in alto e più lontano abbiamo una coloratissima nube iridescente; si tratta di un tipo di nube formata da gocce d’acqua di grandezza simile che diffrangono i differenti colori della luce solare in misura diversa.
Entrambi i tipi di nuvole sono inusuali per i cieli di Hong Kong, ed infatti sono durate solo pochi minuti prima di andarsene spazzate dal vento.
Fonte: NASA, astronomy picture of the day, Alfred Lee

Alcune delle più grandi lune del Sistema Solare sono sorte insieme il 23 febbraio. Quella notte è stato possibile fotografare insieme la Luna e Giove con il suo seguito di satelliti.
Giove ha ben 67 satelliti, ma da Terra se ne possono vedere solo 4: Io, Europa, Ganimede e Callisto. Sono detti Satelliti galileani o medicei, perché osservati per la prima volta da Galileo Galilei che li ha nominati medicei in onore alla famiglia De’ Medici.
Fonte: NASA, astronomy picture of the day

La Soyuz TMA-18M durante l’atterraggio della Spedizione 46 dell’ISS, con il comandante Scott Kelly della NASA e i russi Mikhail Kornienko e Sergey Volkov di Roscosmos. L’atterraggio è avvenuto mercoledì vicino la città di Zhezkazgan, in Kazakhstan.

NGC 134 non è forse la più nota tra le galassie a spirale che il cielo ci offre. Si trova nella costellazione australe dello Scultore.
Mostra un cuore luminoso e ricco di polveri, in cui devono essere molto intensi i processi di formazione stellare, e delle spirali poco strette. Poco più a sinistra, la piccola NGC 131, una piccola galassia a spirale barrata.
Ad una distanza di circa 60 milioni di anni luce, NGC 134 si estende per circa 150.000 anni luce, superando quindi la nostra Via Lattea, che ha un diametro di “appena” 100.000 anni luce.
L’aspetto di NGC 134 lascia intendere che in passato abbia interagito con le galassie vicine, come NGC 253, sempre nello scultore.
Fonte: NASA, astronomy picture of the day, CHART32 team

La Galassia Sombrero, NGC 4594, è una galassia dotata di un nucleo bianco brillante circondato da uno spesso strato di polveri. Questa spettacolare galassia si trova a 28 milioni di anni luce dalla Terra e si estende per 50.000 anni luce nella costellazione della Vergine.
Sembra che il nucelo di questa galassia non sia interessato da alcun fenomeno di formazione stellare, ma vi potrebbe risiedere un grande buco nero che fornisce l’energia necessaria a ionizzare debolmente il gas circostante.
La formazione stellare avverrebbe invece nell’anello di polveri che circonda il nucleo e che dà il peculiare aspetto alla galassia.
La sua particolare bellezza la rende uno degli oggetti favoriti nella astrofotografia amatoriale.
Fonte: HST Heritage

In fotografia è visibile la città di Tokyo di notte, come fotografata dall’astronauta Scott Kelly dai 400 km di altitudine della Stazione Spaziale Internazionale.
Nonostante siano la principale causa del nostro non poter vedere il cielo di notte, anche le luci artificiali possono offrire un grande spettacolo.
Lo spiraglio di cielo che si vede nella parte alta della fotografia mostra la costellazione australe del Centauro,
Fonte: NASA, Astronomy picture of the day, Scott Kelly

NGC 3132, nota come Nebulosa ad Anello del Sud è una nebulosa planetaria visibile solo dall’emisfero Sud, nella costellazione delle Vele. Si estende per circa mezzo anno luce a 2000 anni luce da noi.
Il termine di nebulosa planetaria non è in realtà corretto, in quanto non riguarda i pianeti, ma viene lasciato per tradizione dopo essere stato attribuito da William Herschel che ritenne, erroneamente, si trattasse di sistemi planetari in formazione.
Si tratta in realtà di nebulose ad emissione costituite dai gas che le stelle espellono nelle loro ultime fasi di vita.
La vedete infatti quella stella luminosa al centro? E’ lei la causa di tutto quel meraviglioso gas, che continua ad allontanarsi da essa alla velocità di 14.4 km/s e che col tempo si disperderà nel Mezzo Interstellare (l’insieme di gas e polveri che costituiscono lo spazio “vuoto” tra gli oggetti principali visibili).
Fonte: NASA/ESA, HST Heritage

Questa meravigliosa fotografia ritrae la valle del fiume Alatna, nel parco nazionale Gates of the Arctic, Alaska.
La bellezza di questo fiume è dovuta anche alla maestosità dei suoi meandri, le curve che segue nel momento in cui, a causa della scarsa pendenza, possiede poca energia e non riesce più a scorrere in maniera rettilinea.
Fonte: National Geographic, Michael C. Brown

Vedendolo nelle piccole fotografie o nell’oculare di un telescopio, è facile dimenticare quanto Saturno sia immenso: ha un diametro 10 volte quello della Terra, circa 116.500 km. Per contrasto si può vedere il piccolo Teti, il satellite in basso a destra, con un diametro di circa 1062 km.
Fonte: NASA/ESA, Cassini Mission

Un bel tramonto? O forse un’alba?
Nessuno dei due, quello che vedete in alto è il Sole, e state guardando l’eclissi solare avvenuta il 9 Marzo 2016 sull’isola indonesiana di Ternate. In primo piano si trova North Maluku.
Il fatto curioso è che sullo sfondo si vede ancora la luce solare. Com’è possibile se sta avvenendo un’eclissi totale?
L’eclissi è data dal passaggio della Luna tra l’osservatore terrestre ed il Sole. In questo passaggio la Luna proietta un cono d’ombra sulla Terra, e siccome questo cono non è infinito, se il panorama ci permette di spaziare abbastanza lontano possiamo osservare la luce che si trova fuori dal cono d’ombra e che giunge quindi indisturbata sulla superficie terrestre.
Fonte: NASA, Astronomy Picture of the Day (APOD)

In questa foto potete ammira il magnifico potere del vento e dell’acqua. Le vedete quelle strutture colonnari? A causa delle precipitazioni (anche della stessa neve qui visibile), l’acqua scava nella roccia ed il vento ne smussa la forma portando a delle strutture come queste.
Scattata a Novembre 2015 a Bryce Canion National Park, nello Utah (USA).
Fonte: National Geographic photo of the Day, Nick Ocean

Quando le coincidenze fanno comodo: una galassia a spirale vista di fronte (face-on) si trova precisamente davanti ad un’altra spirale. Ciò ci permette di osservare le polveri ed i gas scuri di quella davanti grazie al contrasto di luminosità con quella retrostante.
La coppia di oggetti è indicata col nome di NGC 3314: quella più lontana è la componente b e quella più vicina è quella a.
Le due componenti sono ad ogni modo non legate gravitazionalmente.
Fonte: Hubble Space Telescope

Ecco come appariva l’eclissi del 9 marzo dallo spazio.
La foto è stata scattata dal Deep Space Climate Observatory della NASA.

M64, la galassia Occhio Nero, è resa spettacolare dalle strutture di polvere scura ben visibili in primo piano in contrasto con un nucleo centrale piuttosto brillante.
Si tratta di una grande galassia a spirale con una peculiarità: molte polveri nelle regioni periferiche ruotano in direzione opposta al resto della galassia. Gli astronomi ritengono che ciò sia dovuto alla passata collissione con una piccola galassia satellite.
Ma la cosa più interessante è che questo fenomeno porta alla formazione di nuove stelle a causa dei continui scontri che avvengono tra le polveri e gas che ruotano in direzioni opposte, che in questo modo si uniscono e si comprimono.
Ben nota agli astrofili per la possibilità di osservarla anche con piccoli telescopi, M64 si trova nella costellazione Chioma di Berenice a 17 milioni di anni luce dalla Terra.
Fonte: HST Heritage

Insieme ad alcune stelle della Via Lattea in primo piano, in questa foto dell’ Hubble Space Telescope si possono vedere centinaia di galassie facenti parte dell’ammasso gigante Abell 2744.
Mettendo insieme tante foto come questa, gli astronomi possono censire le galassie per capire la distribuzione della materia nell’universo, con importanti implicazioni nelle modelizzazioni cosmologiche.
Fonte: SETI Institute

A volte anche le cose oscure possono essere belle: nella costellazione del Toro, tra le Pleiadi e la Nebulosa California questo principio è più che mai vero.
Molte stelle sono ben visibili nella loro luce blu o rossa, mentre la luce di molte altre viene completamente assorbita dalla polvere circostante e non sono quindi visibili.
Questa regione può apparentemente sembrare serena, ma è molto tumultuosa in quanto dove la polvere è più densa collassa e permette la formazione di nuove stelle, che una volta mature spazzeranno via la polvere residua nel loro intorno.
Fonte: NASA Astronomy Picture of the Day (APOD)

Una coda di fumo dietro lo Space Shuttle Endeavour alla sua partenza da Cape Canaveral l’11 Marzo 2008.
L’obiettivo della missione era il trasporto di vari moduli da assemblare alla Stazione Spaziale Internazionale:
-Il primo elemento giapponese del modulo Kibo
-Il braccio robotico canadese Dextre
-Lo Spacelab Pallet-Deployable 1
Fonte: National Geographic Photo of the Day

Una bellissima eclissi solare totale nei cieli di Spitsbergen, Norvegia, a Marzo 2015.
Fonte: National Geographic

E’ una foto di Plutone, raggiunto dalla sonda New Horizons a Luglio scorso.
L’immagine mostra un terreno pieno di crateri, pianure, e strutture di vario genere. L’area luminosa è stata soprannominata Sputnik Planum (in onore ai primi satelliti russi), mentre la parte scura è nota come Cthulhu Regio (dalla divinità degli scritti di H.P. Lovecraft).
Hai seguito lo speciale “Plutone sotto i riflettori”? Lo trovi al seguente link: https://cronachedalsilenzio.wordpress.com/2016/03/26/plutone-sotto-i-riflettori-conclusione-book-fotografico-del-pianeta-nano/

A settembre scorso alle 3.30 di mattina, in Islanda, molti appassionati si sono riuniti presso il monte Helgafell per osservare l’aurora boreale.
Grande deve essere stata la sorpresa quando hanno visto un’aurora a forma di fenice. Non riesce difficile capire perché i vichinghi identificassero le Valchirie nell’aurora, vero?
Fonte: NASA astronomy picture of the day

In questa foto è possibile osservare in un colpo solo la Grande Nube di Magellano e la Cometa 252P/Linear.
La cometa è di tipo periodico, ed il 21 Marzo ha raggiunto la minima distanza dalla Terra, passando a 5.3 milioni di km da noi (circa 14 volte la distanza Terra-Luna).
Il 22 Marzo anche un’altra cometa ha raggiunto il suo minimo di distanza da noi: Pan-STARRS è arrivata infatti a 3.5 milioni di km.
Le due comete hanno orbite estremamente simili, suggerendo che in passato possano essere state unite in un’unica cometa.
La foto è stata scattata da Penwortham, nel Sud dell’Australia.
Fonte: NASA, Astronomy Picture of the Day (APOD)

Un team di astrofisici dell’università di Sheffield ha trovato nella Nebulosa Tarantola una rara associazione di stelle estremamente massicce: 9 di queste stelle hanno oltre 100 masse solari ognuna. Continua a leggere l’articolo: http://wp.me/p7c2E2-lC

Kirkjufell, Islanda, è un monte alto solo 463 metri che si trova sulla penisola di Snaefelisnes. Nel cielo soprastante non poteva mancare una, seppur debole, aurora boreale.
Foto di Fran Llano per National Geographic.

Una delle possibili sfide per il futuro dell’astronautica è quella dello sfruttamento degli asteroidi per l’estrazione mineraria dei loro preziosi costituenti. Ma l’ambiguità delle leggi attuali in materia potrebbe essere un ostacolo a questa operazione. Continua a leggere l’articolo: http://wp.me/p7c2E2-mg

Nei cieli dell’Alaska sembra esserci qualcosa di strano, in realtà si tratta solo della Luna e di un fenomeno ottico particolare.
Al centro, infatti, abbiamo il primo quarto di Luna, ma ai suoi lati abbiamo quello che in gergo tecnico si chiama paraselenio, o cani lunari: riflessi della luce lunare sui cristalli di ghiaccio che si trovano nell’aria.

Una colonna di gas nella Nebulosa Carina è illuminata dalla luce di stelle calde e massicce. La radiazione ed i venti stellari scolpiscono le forme di oggetti come questo e forniscono l’energia necessaria alla formazione di nuove stelle all’interno di essi.

In questa bellissima fotografia scattata in Islanda da Dylan Shaw per National Geographic si può osservare una vera e propria meraviglia geologica.
Quelle che vedete sono rocce vulcaniche rivestite da un morbido strato di muschio. Non è raro trovare fenomeni di questo tipo in Islanda, isola famosa per possedere più di 100 vulcani, dei quali un terzo considerati attivi.
A chi viene voglia di dormirci sopra a questi cuscini di muschio?

NGC 3372, la Grande Nebulosa della Carena, è popolata da stelle massicce e varie nebulose che nel tempo cambiano aspetto.
La Nebulosa Serratura (NGC 3324), la struttura luminosa al centro della foto, ospita la maggior parte di queste stelle massicce e lei stessa ha cambiato il proprio aspetto nel corso del tempo.
L’intera Nebulosa della Carena si staglia a 75 mila anni luce da noi e si estende per circa 300 anni luce.
Uno degli oggetti più interessanti è Eta Carinae, una delle stelle più energetiche della Nebulosa (vicino al centro della foto), nel 1830 era una delle stelle più luminose del cielo, ma poi si è incredibilmente attenuata.
Probabilmente Eta Carinae è in procinto di esplodere in una supernova, e con ciò provocherà grandi sconvolgimenti nella nebulosa di cui fa parte.
Fonte: NASA, Astronomy picture of the day

Un gruppo di astronomi canadesi guidato da Paul Hickson ha identificato 100 gruppi compatti di galassie, chiamati appunto Hickson Compact Groups (HCGs).
Questa fotografia ritrae uno di questi gruppi, denominato HCG 91, in grande dettaglio.
Le tre galassie a spirale visibili al centro del campo sono in stretto legame gravitazionale, tanto che questo genera delle code di materiale galattico lunghe fino a 100,000 anni luce.
Questi scontri gravitazionali tra galassie innescano un rapido ed intenso fenomeno di formazione stellare.
Il risultato dello scontro sarà ad ogni modo una singola, gigantesca galassia. Una fusione di questo tipo è un fenomeno piuttosto comune per le galassie, tanto che si pensa che anche la nostra Via Lattea si sia formata in questo modo.
HCG 91 si trova a circa 320 milioni di anni luce da noi nella costellazione del Pesce Australe.
Fonte: NASA, Astronomy Picture of the Day (APOD)

Sapevate che il Gran Canyon, formato nel corso di milioni di anni dal fiume Colorado, ci permette di osservare, in sezione, formazioni che risalgono al Precambriano?
La grande profondità del canyon porta a forti differenze di temperatura con la superficie a causa del gradiente geotermico. Non è raro assistere infatti a nevicate sulla pianura soprastante mentre al livello del fiume Colorado il clima è tutt’altro che invernale.

Sai come si formano i fulmini?
Leggilo sul blog: https://cronachedalsilenzio.wordpress.com/2016/02/05/tuoni-e-fulmini/
Fonte: National Geographic, Mike Leske, Thailandia

Quanto può essere massiccia una stella? Il record per ora è detenuto da una stella nell’ammasso aperto Pismis 24.
Si stimava che Pismis 24-1, così si chiama la stella più luminosa nella parte alta della foto, avesse infatti una massa di oltre 200 masse solari.
Il record ha pericolosamente vacillato quando si è scoperto che in realtà Pismis 24-1 è la somma di tre stelle, unite in un sistema ternario. Anche così però si stima che le singole stelle abbiano più di 100 masse solari, che, pur essendo la metà rispetto alle stime iniziali, è comunque sufficiente a mantenere saldo il record.
In basso nella fotografia è visibile la regione di formazione stellare NGC 6357.
Fonte: NASA, Astronomy Picture of the Day (APOD)

E’ una fotografia scattata sulla costa del Maine da Robert Goulet.

Il fiume di Santa Cruz, Argentina, fotografato dalla Stazione Spaziale Internazionale da Tim Peake.

In foto potete vedere la spada e la cintura di Orione sopra il monte Teide, Canarie, uno dei vulcani più grandi della Terra.
Sono ben visibili nella fotografia la Nebulosa d’Orione, la Nebulosa Fiamma e la Testa di Cavallo.
Leggi l’articolo per saperne di più sulla costellazione di Orione: https://cronachedalsilenzio.wordpress.com/2016/02/25/viaggio-nella-costellazione-di-orione/

La Via Lattea da una grotta nel parco nazionale di Leo Carrillo, vicino Malibu, California.

Avete mai visto l’ammasso stellare delle Pleiadi? Probabilmente sì, ma mai in questo modo.
Con una lunga esposizione fotografica è possibile osservare nel dettaglio tutte le polveri che si trovano nell’ammasso. In questa foto, pensate, l’esposizione è durata ben 12 ore.
Le Pleiadi, classificate come M45 nel catalogo Messier, sono un ammasso che si trova a 400 anni luce da noi nella costellazione del Toro. Sotto un buon cielo se ne possono contare fino a 12 ad occhio nudo, ma con l’inquinamento luminoso solo 6 o 7.
In realtà l’ammasso conta centinaia di stelle, la maggior parte invisibile senza un buon telescopio. Si tratta di stelle piuttosto giovani (circa 100 milioni di anni) e si pensa che l’ammasso cesserà di essere tale in circa 250 milioni di anni, quando tutte le sue componenti saranno disperse ed indipendenti.
Il mito che ruota attorno alle Pleiadi vuole che queste fossero le sette figlie di Atlante e che si fecero tramutare in stelle per sfuggire ad Orione, il quale si era innamorato di loro. Saranno rimaste piuttosto deluse quando anche lui finì tramutato in stelle!
Emoticon smile
Fonte: NASA APOD

NGC 7822, nella costellazione di Cefeo, è una regione di formazione stellare a 3000 anni luce da noi.
Nella nebulosa sono presenti complesse strutture di polvere, qui riprese nell’infrarosso dal satellite WISE (Wide Field Infrared Survey Explorer).
La radiazione emessa dalle stelle fornisce energia al gas che in questo modo risulta luminoso.
Le stelle si possono formare all’interno di queste strutture come conseguenza del collasso gravitazionale del gas e delle polveri.
Fonte: NASA APOD

NGC 6188 è una regione di formazione stellare a 4000 anni luce da noi nella costellazione dell’Altare. Si trova sul bordo di una grande nube molecolare che emette a frequenze non visibili.
In questa regione sono presenti stelle giovani e massicce che hanno solo pochi milioni di anni di vita e che forniscono energia al gas della nube, spazzandolo e plasmandone la forma.
Nella stessa regione si può osservare anche la nebulosa ad emissione NGC 6164.

Che obiettivi vuole raggiungere l’ESA con la missione Exomars? La missione è costituita da una sonda che resterà in orbita per studiare l’atmosfera marziana, e dal modulo Schiaparelli, tutto italiano, che invece atterrerà sul suolo del pianeta. Continua a leggere l’articolo sul blog http://wp.me/p7c2E2-kC