Planetologia

L’inizio della sismologia marziana

SEIS, l’orecchio sismico di InSight, ha per la prima volta misurato una vibrazione del suolo marziano, dando origine alla sismologia marziana.

Il 6 aprile, al suo 128° giorno marziano, il lander della NASA ha per la prima volta registrato una vibrazione del terreno. Sembra provenisse dall’interno del pianeta e non dai venti che soffiano sulla superficie, e ancora proseguono le analisi per capirne l’esatta origine.

La vibrazione è stata troppo piccola per dare indizi forti sull’interno del Pianeta Rosso, che è uno degli obiettivi principali di InSight, ma si tratta di un evento entusiasmante perché il primo evento sismico marziano. Eventi più intensi potranno dare preziose informazioni sull’interno del pianeta perché le onde sismiche viaggiano diversamente a seconda dei materiali che attraversano.

Ad esempio sulla Luna gli astronauti della NASA hanno piazzato 5 sismometri che tra il 1969 ed ill 1977 hanno misurato migliaia di scosse sismiche che hanno fornito informazioni preziosissime sul suo interno e sulla sua formazione. Sono tecniche abitualmente messe in pratica anche dai geologi sulla Terra per la comprensione delle strutture interne del nostro pianeta.

Ci sono altri tre possibili segnali rilevati il 14 marzo, 10 aprile ed 11 aprile (Sol 105, 132 e 133), ma erano talmente deboli da risultare di natura molto più ambigua rispetto al segnale del 6 aprile.

Sulla Terra i terremoti avvengono a causa dei moti tettonici e del vulcanismo. Su Marte e sulla Luna la tettonica non è presente, almeno al giorno d’oggi, eppure i terremoti ci sono ugualmente. Si pensa che tali fenomeni possano avvenire in seguito al raffreddamento del loro interno. Fin dalla loro formazione, tutti i pianeti si raffreddano lentamente ma inesorabilmente. Questo raffreddamento avviene più rapidamente negli strati esterni che in quelli interni, generando una differenza di temperatura e quindi uno stress tra gli strati di roccia. Nel momento in cui questo stress è sufficientemente intenso, si può arrivare al punto di rottura e quindi ad un terremoto.

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Fonte: NASA.gov

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