Planetologia

8 dicembre: la cometa Borisov al perielio

L’8 dicembre 2019 la cometa 2I/Borisov raggiunge la sua minima distanza dal Sole ed il momento di maggiore attività. Viene dalla direzione di Cassiopea, e tornerà nello spazio interstellare, senza più possibilità di vederla.

30 agosto: Gennadiy Vladimirovich Borisov, dall’osservatorio astronomico della Crimea, scopre una cometa a 3 unità astronomiche dalla nostra stella. Una bella scoperta, ma apparentemente non aveva nulla di particolare rispetto a quella delle tante altre comete che osserviamo ogni anno. Le viene assegnato il nome di C/2019 Q4 (Borisov), dove la C sta appunto per “comet”, in attesa di scoprirne ulteriori dettagli.

11 settembre: esce sul Minor Planet Center, uno dei punti di riferimento per chi studia i corpi minori del Sistema Solare, l’analisi dei dettagli orbitali della cometa. La Borisov non è una cometa come le altre: la sua orbita non è ellittica, e quindi non è chiusa attorno al Sole, il suo moto non è vincolato alla gravità solare. Cosa significa? Che è un oggetto interstellare, viene dall’immensità dello spazio che divide il nostro sistema planetario da quello in cui si è originata, nella direzione di Cassiopea, e che la ha espulsa. Subito quella C/ diventa un 2I/, dove la I sta per “interstellar”, ed il 2 indica che è il secondo oggetto di questa tipologia scoperto finora. Il primo era ‘Oumuamua, 1I, osservato nel 2017.

Una rappresentazione dell’orbita della 2I/Borisov. Credits: JPL

8 dicembre: 2I/Borisov raggiunge il perielio, la minima distanza dal Sole e quella in cui più di tutte la sua superficie si attiva, ingrandendo la chioma e la coda. Sono proprio i venti e la radiazione solare a far sublimare i ghiacci delle comete. Se ciò non avvenisse passerebbero quasi sempre inosservate, perché non brillerebbero abbastanza, non ne vedremmo la chioma né la coda. Proprio per questa ragione le scopriamo sempre quando sono ormai molto vicine al Sole, in genere attorno alle 3-5 unità astronomiche, perché è proprio il momento in cui gli effetti della radiazione solare sui loro nuclei ghiacciati iniziano a farsi sentire. Durante il perielio la Borisov si avvicinerà a circa 2 unità astronomiche dal Sole, una distanza che per molte piccole comete è letale, ma che per lei non dovrebbe esserlo.

La dimensione della cometa Borisov rispetto alla Terra. Credits: P. van Dokkum, C. Hsieh, S. Danieli e G. Laughlin

La cometa era diventata attiva probabilmente a dicembre 2018, un anno fa, quando si trovava a circa 5 unità astronomiche dal Sole, e attualmente perde circa 60 chilogrammi di acqua e 2 di polvere ogni secondo. Il suo nucleo sembra aggirarsi attorno ai 2 chilometri, ma è difficile da misurare dato che è nascosto dalla coda di polveri e che la sua distanza dalla Terra è eccessiva per usare le tecniche radar. Anche nel momento di minore distanza dalla Terra, a fine dicembre, sarà distante quasi 2 unità astronomiche da noi, il che la rende comunque un oggetto molto debole e difficile da osservare con telescopi amatoriali, che comunque dovrebbero puntare molto basso sull’orizzonte nei cieli mattutini, una condizione che rende difficile osservare qualunque oggetto.

Settembre 2020: la Borisov esaurisce la sua attività dovuta al Sole, scompare alla vista dalla Terra, e tornerà lentamente nello spazio interstellare da cui è venuta, senza speranza di vederla mai più.

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