Planetologia

Il sistema planetario di Kepler-88 ha un nuovo re

Un team di ricercatori dell’Università della Hawaii ha scoperto un pianeta enorme – Kepler-88d – nel sistema della stella Kepler-88, a poco più di mille anni luce da noi. La sua presenza spodesta il precedente sovrano (Kepler-88c) e potrebbe spiegare meglio la dinamica peculiare del più piccolo fra i pianeti di questo sistema, Kepler-88b.

Molti sistemi planetari hanno il loro re, come il nostro Giove, il pianeta più grande del pantheon. Un re che tramite la sua influenza gravitazionale è in grado di cambiare la storia e l’evoluzione di tutto il sistema planetario su cui regna. Per esempio, si pensa che a causa dell’enorme massa di Giove molte comete abbiano portato l’acqua sulla Terra, Marte sia rimasto il pianetino che è, e la nostra Luna sia ricoperta di amabili crateri.

Ma se il nostro Giove è un re, quello che i ricercatori dell’Università delle Hawaii hanno scoperto attorno alla stella Kepler-88 è un tiranno. Con tre volte la massa di Giove (e 900 volte quella della Terra), Kepler-88d – questo il nome del gigante – è stato scoperto usando il telescopio da 10 metri di diametro Keck I, sul Mauna Kea.

Attorno a Kepler-88 si conoscevano già due pianeti: Kepler-88b e Kepler-88c. Entrambi orbitano estremamente vicini alla propria stella, e per di più lo fanno con una dinamica peculiare. Ogni orbita del pianeta ‘b’ dura 11 giorni, quasi esattamente la metà di quella del pianeta ‘c’, che dura 22 giorni. Kepler-88b ha una massa inferiore a quella di Nettuno, mentre ‘c’ ha una massa simile a quella di Giove: venti volte quella di ‘b’. La discrepanza tra le masse di questi due pianeti genera forti cambiamenti nell’orbita del più piccolo tra i due, in un certo senso è come un genitore che spinge il figlio sull’altalena: ogni due giri di ‘b’, ‘c’ gli dà una spinta.

Queste forti variazioni nell’orbita di Kepler-88b lo hanno reso famoso tra gli studiosi di esopianeti. Studiando i transiti del pianeta di fronte alla stella (che è poi il modo con cui la maggior parte degli esopianeti vengono scoperti), si sono resi conto che il passaggio di Kepler-88b poteva avvenire un giorno prima o uno dopo rispetto a quando aspettato, una forte indicazione delle sue variazioni orbitali.

Ora la scoperta di Kepler-88d fornisce un quadro migliore della dinamica di questo sistema planetario. «Con tre volte la massa di Giove,» dice Lauren Weiss, prima autrice dello studio, «Kepler-88d probabilmente ha avuto ancora più influenza nella storia del sistema Kepler-88 rispetto al cosiddetto re, Kepler-88c, che ha solo una massa gioviana».

È possibile che un pianeta di queste dimensioni abbia avuto, nel suo sistema planetario, un ruolo simile a quello che Giove ha avuto nel nostro, guidando la formazione e l’evoluzione dei pianeti terrestri e dei corpi minori. Per questa ragione, il team di Weiss è intenzionato a proseguire la ricerca di pianeti giganti anche in altri sistemi planetari simili a quello di Kepler-88.

Articolo uscito su Media Inaf il 30 aprile 2020

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