Planetologia

La stella di Scholz e le comete degli uomini di Neanderthal

Altro che “stelle fisse”: le stelle si muovono, e anche molto, all’interno della propria galassia. La stella di Scholz passò a meno di un anno luce dal Sole circa 70.000 anni fa, lasciando i segni del proprio passaggio in alcuni corpi del Sistema Solare e, probabilmente, negli occhi degli uomini di quel tempo.

Oggi la stella più vicina al Sistema Solare è Proxima Centauri, situata a circa 4.2 anni luce di distanza da noi. Per un periodo, circa 70.000 anni fa, tuttavia, non fu così.

La stella di Scholz è un Sistema Binario formato da una nana rossa ed una nana bruna situate oggi a circa 20 anni luce di distanza da noi nella costellazione dell’Unicorno. Sono stelle deboli e leggere, avendo una magnitudine di circa 18 ed una massa totale circa il 15% di quella del nostro Sole.

Nel 2015, un articolo pubblicato su Astrophysical Journal Letters, ha mostrato, studiando la dinamica della stella di Scholz, come questo sistema binario abbia eseguito un incontro ravvicinato del Sistema Solare tra 60.000 e 85.000 anni fa, passando a circa 52.000 unità astronomiche (distanza media Terra-Sole) dal Sole.

La nube di Oort, ossia l’insieme di comete e corpi minori che si suppone circondino il Sistema Solare, si ritiene che si estenda fino a circa 100.000 unità astronomiche. Ciò significa che la stella di Scholz sarebbe passata proprio nel bel mezzo di questa nube, avendo quindi la possibilità di perturbare il moto degli oggetti in essa contenuti.

Il nuovo articolo, pubblicato sulla rivista della Royal Astronomical Society, supporterebbe i risultati di questo studio, osservando il moto di alcuni corpi minori del Sistema Solare. I corpi aventi un’orbita iperbolica (che possiamo immaginare a forma di V) sembrano venire dall’esterno del Sistema Solare, passare vicino al Sole, e poi tornarsene nello spazio interstellare. Ma il passaggio ravvicinato di corpi esterni come la stella di Scholz, potrebbe avere l’effetto di modificare le orbite di oggetti del Sistema, variandone la velocità e mettendoli in un’orbita iperbolica.

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Lo studio ha identificato una sovradensità di oggetti ad elevata velocità nella costellazione dei Gemelli che potrebbe essere spiegata proprio dal passaggio ravvicinato della stella di Scholz. Di questi oggetti non sembra far parte ‘Oumuamua, che potrebbe quindi effettivamente essere un oggetto interstellare, così come altri otto oggetti indicati dallo studio.

‘Oumuamua, l’ospite inatteso del Sistema Solare

Il passaggio della stella di Scholz sarebbe avvenuto in un’epoca in cui gli homo sapiens già camminavano sulla Terra, condivisa con gli estinti uomini di Neanderthal. Quindi non è escluso che essi poterono ammirare la bellezza della nana rossa splendente nei cieli del tempo.

Fonte: ArXiv, Space.com

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