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Surriscaldamento Globale: ad un passo dalla catastrofe?

Dopo che ieri l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha pubblicato un nuovo report sulla situazione attuale del pianeta, il tema è tornato prepotentemente su tutta la stampa. Ma cosa sta succedendo esattamente?  Siamo veramente ad un passo dalla catastrofe?

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L’aumento delle temperature mette a rischio tutti i ghiaccia del pianeta. Credit: NASA/eyevine

Riscaldamento Globale

Nel corso della storia della Terra si è assistito più volte a variazioni anche consistenti della temperatura del pianeta. Queste variazioni sono dovute principalmente a mutamenti periodici dell’assetto orbitale, a perturbazioni dell’attività solare e a forti eruzioni vulcaniche che hanno immesso quantità ingenti di CO2 nell’atmosfera. Questi fenomeni sono alla base del susseguirsi di periodi particolarmente freddi (le glaciazioni) ad altri con temperature significativamente elevate. Quando però si parla di surriscaldamento globale, si fa riferimento all’aumento delle temperature avvenuto in epoca post-industriale e dovuto all’attività antropica. Le cause del riscaldamento globale sono sostanzialmente due: le emissioni di gas serra (principalmente anidride carbonica) e la deforestazione che limita il riassorbimento della CO2. Inoltre tutti gli aerosol emessi nell’atmosfera e l’allevamento intensivo pare abbiano un effetto non trascurabile sulle modifiche climatiche in corso.

Ad oggi si stima che la temperatura media del pianeta sia aumentata di 1°C dalla rivoluzione industriale, questa tendenza però è in continua evoluzione e i modelli teorici più accreditati prevedono un ulteriore aumento di altri 2°C entro la fine del XXI secolo. Anche se tali differenze potrebbero apparire minime, in realtà si tratta di cambiamenti avvenuti in un periodo estremamente breve se rapportato alla storia del pianeta e alla velocità dell’evoluzione, mettendo a rischio numerose specie viventi.

Il rapporto dell’IPCC

Secondo quanto pubblicato dall’IPCC tra il 2030 ed il 2052 la temperatura si innalzerà di altri 0.5 °C, con conseguenze spaventose per il pianeta. In primo luogo lo scioglimento dei ghiacciai polari proseguirà, causando un innalzamento dei livelli degli oceani. Durante una stagione particolarmente calda si potrebbe addirittura assistere ad un artico completamente “ice-free” cioè senza ghiacciai. L’aumento delle temperature causerebbe sempre più frequenti uragani e tempeste violente, che si abbatterebbero specialmente sulla costa orientale del Nord America e sull’Asia meridionale. Le zone desertiche si allargherebbero sino a lambire l’Europa meridionale. Numerose specie di insetti, piante ed animali sarebbero messi a rischio, inoltre soltanto il 10-30% della barriera corallina resisterebbe a queste condizioni climatiche.

L’unico modo per contrastare questo processo, secondo l’IPCC, è quello di produrre il 75-80% del fabbisogno globale di energia con metodi a basso impatto ambientale come l’energia eolica o solare ed attuare un massiccio piano di espansione delle foreste. Secondo alcuni modelli questo potrebbe non bastare e si renderebbe necessario un drastico mutamento delle abitudini alimentari e di trasporto di tutti gli abitanti della Terra.

Secondo l’accordo di Parigi del 2015 questi risultati sono virtualmente impossibili da raggiungere e bisognerebbe iniziare a discutere nel dettaglio chi ne pagherà le conseguenze più gravi.

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L’uragano Florence osservato dalla stazione spaziale internazionale. Credit: ESA/NASA A. Gerst 

Siamo consapevoli dell’allarme?

Una lettura superficiale del report sembrerebbe addirittura recare notizie positive, infatti l’aumento di 0.5 °C, inizialmente previsto per la fine degli anni ’20, potrebbe verificarsi 10 anni più tardi. Tuttavia il punto focale del report è che senza un gravosissimo sforzo, che involve l’attività di governi, industrie e cittadini, il processo di riscaldamento sarà irreversibile con danni incalcolabili. Purtroppo come afferma Oliver Geden, scienziato dell’istituto Max-Planck di Amburgo, l’impressione è che questo report suoni semplicemente come l’ennesimo allarme che ricorda semplicemente che il tempo sta per scadere agli orecchi dei governi.

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