Astronautica

Chang’e-4 pronta per il lancio

Continua il programma lunare cinese con il lancio della Chang’e-4 previsto per l’8 dicembre. La missione cinese atterrerà per la prima volta sul lato nascosto della Luna, fornendo informazioni incredibili sulla sua formazione e storia evolutiva.

Dalle osservazioni in remoto, sappiamo che il lato della Luna a noi più lontano ha una crosta più spessa ed antica, molto più ricca di crateri di quello a noi più vicino. Dalla nostra parte, infatti, molti di questi crateri sono stati cancellati dall’azione dei flussi di lava che hanno formato i mari. Il perché di questo differente comportamento resta tuttavia un mistero non ancora compreso del tutto. In tal senso, il rover ed il lander della Chang’e-4 cinese potrebbero fornire molte informazioni utili a riguardo.

Circa trent’anni dopo la fine dei programmi lunari statunitensi e sovietici, la CNSA (China National Space Administration), ha dato il via al suo programma lunare con le missioni Chang’e-1 e -2 (Chang’e 嫦娥 è la dea cinese della Luna), lanciate rispettivamente nel 2007 e nel 2010. Nel 2013 è stato poi il turno della Chang’e-3, la prima sonda ad essere atterrata sulla Luna dalla Luna 24 sovietica del 1976. Chang’e-3 era costituita da un lander e da un piccolo rover, che hanno riportato interessanti dati sulla topografia, la mineralogia e la composizione della superficie lunare. Il rover possedeva anche un radar in grado di penetrare il terreno per caratterizzare la struttura sotterranea della Luna.

Chang’e-4, che sarà lanciata il prossimo 8 dicembre, sarà molto simile alla Chang’e-3, ma con una piccola differenza: atterrerà sul lato della Luna non visibile dalla Terra, nel cratere di Von Kármán, nei pressi del Polo Sud. Questo progetto è più ambizioso del precedente, in quanto la Luna sarà di ostacolo alle comunicazioni con il lander ed il rover, e sarà perciò necessario utilizzare un satellite come ripetitore per deviare il segnale da Terra o verso la Terra. Queqiao è il nome di questo satellite, lanciato a maggio scorso e situato nel punto lagrangiano 2 del sistema Terra-Luna (i punti lagrangiani sono quelli in cui l’attrazione gravitazionale di Terra e Luna si controbilanciano, annullandosi).

Von Kármán è situato nel bacino di Aitken, ed è stato probabilmente formato dall’impatto di un grande asteroide sulla superficie lunare. Con un diametro di 2500 km ed una profondità di 12, è la struttura da impatto più antica, larga e profonda della Luna. L’interesse nei confronti di questo luogo è legato al fatto che l’impatto ha probabilmente estratto materiale dal mantello superiore della Luna verso la superficie, cosa che potrà essere verificata tramite l’analisi spettrometrica nel visibile e vicino-infrarosso (lunghezze d’onda ampiamente utilizzate nell’analisi delle superfici planetarie). Il radar del rover permetterà di analizzare la struttura per i primi 100 metri dalla superficie.

La missione avrà inoltre tre ricevitori radio a bassa frequenza, uno sul lander, uno su Queqiao ed uno su un microsatellite rilasciato dallo stesso Queqiao. Tali ricevitori serviranno ad osservare le emissioni radio del sole, e dei pianeti, sfruttando la copertura fornita dalla Luna rispetto alle emissioni radio terrestri.

Ma non finisce qui, perché l’anno prossimo sarà il turno anche della Chang’e-5, una missione sample-return che andrà a prelevare 2 kg di campioni dall’Oceanus Procellarum e li riporterà a Terra.

Fonte: Science

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