Hume e Kant : Filosofi a Confronto
L’epoca moderna ha permesso all’essere umano di progredire in tutti i campi, allontanandosi dai dogmi religiosi che hanno contraddistinto il mondo medievale. I filosofi di questo tempo hanno permesso attraverso l’utilizzo del pensiero laico un avanzamento nel campo delle conoscenze umane. Si è cercato di approfondire il pensiero di due dei più grandi filosofi di questo tempo: David Hume e Immanuel Kant.
Il periodo moderno
Durante l’epoca moderna, il mondo scientifico ha vissuto un cambiamento senza precedenti. Galilei e Newton hanno portato all’interno delle loro teorie la prova empiricamente attendibile di quello che avevano ipotizzato. La filosofia, che anche a quel tempo era molto attenta al mondo e alle scoperte che la circondavano, iniziò a studiare in modo razionale sul “come” un essere umano possa conoscere. In questo campo di studio si sono contraddistinte due correnti filosofiche i Razionalisti e gli Empiristi. I due massimi esponenti di questo tempo sono stati, in un certo senso, David Hume e Immanuel Kant.
Il grande filosofo scozzese : David Hume
Hume nacque a Edimburgo nel 1711, da una famiglia di piccola nobiltà terriera, dopo aver compiuto studi di giurisprudenza a Edimburgo si trasferì in Francia dove compose il “Trattato sulla natura umana” . L’opera più importante del filosofo di Edimburgo passò in un primo momento inosservata, poiché le scoperte apportate da Newton rafforzarono l’idea di un mondo basato sul determinismo. il “Trattato” venne poi riscritto e riaggiustato nel 1748 sotto il nome di “Ricerca sull’Intelletto Umano“. Arrivati a questo punto si può ora entrare all’interno del pensiero di Hume. La ricerca sull’intelletto umano cerca di indagare il modo in cui l’uomo conosce le cose, e il filosofo notò che la nostra indole ad accogliere una cosa rispetto che un’ altra si basa sul concetto di probabilità. Il filosofo riporta un esempio nel testo che chiarifica ogni dubbio:
Se un dado fosse segnato con la stessa figura o con lo stesso numero di punti su quattro facce e con un’altra figura o un altro numero di punti sulle due restanti facce, sarebbe più probabile che uscisse la prima figura o il primo numero che non i secondi; se poi il dado avesse cento facce segnate allo stesso modo, ed una faccia soltanto segnata in modo diverso, la probabilità sarebbe molto maggiore e la credenza o aspettazione dell’avvenimento sarebbe più stabile e sicura.” [1]
La “credenza” scoperta dal filosofo, per cui egli volle essere considerato al pari di Newton, è una cosa che non dipende dall’intelletto ma è la maniera in cui l’uomo ha una certa concezione delle idee e il modo in cui vengono sentite dalla mente. La connessione tra idee per Hume avveniva grazie all’abitudine. Il filosofo distrusse la concezione per cui la scienza fosse costituita da leggi fisse e sempre vere in ogni situazione. Per Hume la necessità è soggettiva:
“un miliardo di volte succede così, ma una volta dal punto di vista logico, potrebbe non succedere: il sole sorge tutte le mattine, ma domani, dal punto di vista logico, potrebbe non sorgere”. [2]
Kant e la sua “Critica della ragion pura “
In contrapposizione a Hume, il maggior filosofo moderno Immanuel Kant per comporre la sua opera “Critica della Ragion Pura” si rifece a quelle leggi deterministiche che hanno contraddistinto quel periodo. Probabilmente senza i postulati euclidei e le scoperte di Newton, Kant non avrebbe mai potuto comporre la sua opera. Nel 1724 a Kaliningrad, in Germania, nacque da una famiglia di umili origini Immanuel Kant. Ebbe un’educazione improntata dal pietismo della madre. Kant ebbe un grande aiuto anche da Hume poichè il filosofo scozzese aprì le porte al modo in cui un essere possa conoscere. La Critica venne scritta nel 1781 e in questo scritto Kant vuole scoprire come la pura ragione riesca ad accedere alla conoscenza. Lo scopo, quindi, del filosofo tedesco è andare alla ricerca di quei principi che sono la causa del conoscere e se si possono applicare a materie come la “Matematica”, la “Fisica” e la “Metafisica“. Per portare avanti questo lavoro egli distingue i giudizi dividendoli in giudizi analitici (verità di ragione) e giudizi sintetici (verità di fatto). Kant attraverso l’analisi dei giudizi vuole scoprire se possano esistere dei giudizi sintetici a priori, cioè proposizioni indipendenti dall’esperienza e che possono aumentare la nostra conoscenza, ad esempio:
5 + 7 = 12 , in cui i due addendi possono essere concepiti a’priori e il segno addizionale è la sintesi. Questo esempio riportato anche da Kant nell’opera ci fa capire che quando vi è un’intuizione vi è conoscenza. Nello studio delle intuizioni il filosofo va alla ricerca di quelle intuizioni chiamate pure , oggetti senza materia che non dipendono dall’esperienza con una semplice forma della sensibilità. Le intuizioni ricavate da Kant sono lo Spazio e il Tempo; il primo riguarda il senso esterno mentre il secondo il senso interno, queste intuizioni quindi permettono conoscenze a’ priori, poichè una volta percepite dall’uomo egli ha una facoltà innata denominata “Io Penso” il quale congiunge tutte le mie categorie e permette di accompagnare tutte le mie rappresentazioni.
I due pensieri a confronto
Kant, in un certo senso, si è differenziato da Hume poichè quest’ultimo non è andato alla radice, egli si è fermato al “che cosa?” mentre il filosofo tedesco è penetrato all’interno del “come“, cioè ha cercato quel principio apodittico dentro il quale non è possibile risalire e che è esso stesso fondante ogni altra conoscenza. il “Trascendentale” kantiano quindi non si basa tanto sulla conoscenza di oggetti (“che cosa?”) ma il modo in cui si può conoscere a’priori degli oggetti (“come?”).
Hume e la grande rivoluzione contemporanea
in età moderna come si è detto la filosofia di Hume non ha riscosso quel successo che il filosofo di Edimburgo si aspettava , ma intorno ai primi anni del ‘900 la scienza, oltre alle scoperte apportate da Albert Eistein , venne ancora una volta rivoluzionata grazie alla scoperta della meccanica quantistica. Questa affascinante e complessa materia cerca di studiare il mondo molto piccolo e qui in questo campo, in un certo senso, le idee e i pensieri di Hume prendono vita poichè quei concetti di probabilità, esperienza nel campo dei quanti è fondamentale e non si può discernere da essi.
BIBLIOGRAFIA :
“Ricerca sull’intelleto umano ” David Hume, Traduzione Mario del Pra Introduzione di Eugenio Lecaldano “Editori Laterza”
“Critica della ragion pura” Immanuel Kant, Introduzione e Traduzione Giorgio Colli Editori “Gli Adelphi”