Astronautica

Resilience entra in servizio

Stanotte, alle ore 1.27 è decollato il Falcon9 dalla piattaforma 39A del Complesso di Lancio di Cape Canaveral per lanciare la Resilience verso la ISS. Questo evento inaugura così l’entrata in servizio delle nuove navicelle Crew Dragon della SpaceX.

Questo evento sancisce l’inizio del trasporto di equipaggio tecnico, e potenzialmente anche di turisti, da parte di privati. Come avevamo già visto in uno scorso articolo parlando della classe di navicelle di cui fa parte la Resilience, Crew Dragon (che vi rimando a fine paragrafo), qui siamo un contesto ben diverso rispetto a quando le società private realizzavano i velivoli spaziali che poi usavano le aziende pubbliche (come nel sodalizio Boeing – NASA).

Replay del momento del lancio.

Raggiungere lo Spazio Cosmico

È vero, non è la prima volta che una agenzia spaziale privata lancia degli astronauti nello spazio come nel caso delle SpaceshipOne, SpaceshipTwo e la VSS Unity nate dalla joint vencture fra Virgin Group e Scaled Composite, ma viaggiavano a velocità talmente basse da non permettere loro di entrare in orbita. Infatti per spazio in quest’ambito intendiamo tecnicamente lo “spazio cosmico” al di sopra dei 100 km dalla superficie terrestre e che siamo abituati a intuire come un vuoto cosmico che separa i corpi celesti. Ovvero oltre un’altitudine che rende trascurabile qualsiasi interazione aerodinamica su breve periodo.

Sappiamo che in realtà non è propriamente corretto, dato che i satelliti subiscono in LEO un leggero attrito atmosferico che gli fa perdere velocità e quota sul lungo periodo. Nonostante ciò è comunque vero che nessun velivolo persino ad una velocità pari alla velocità orbitale corrispondente a quella quota, sarebbe in grado di subire una portanza che controbilancia il suo stesso peso. Questo esempio è proprio la definizione di linea di Karman da cui, per convenzione, si fa cominciare “lo spazio cosmico”. Dunque lo spazio cosmico si può giungere anche semplicemente con dei voli parabolici, ma restarci, è un’altra storia!

La Missione

Il Logo della Missione.

La missione prende il nome di SpaceX Crew-1 e comincia con un classico lancio di routine della SpaceX ed uno spettacolare recupero del lanciatore sulla piattaforma Of Course I Still Love You a 44 km dalla costa di Cape Canaveral. Poche ore dopo il lancio si registrano dei problemi di bordo. Inizialmente un problema all’impianto di riscaldamento dell’ambiente pressurizzato. Successivamente il blocco di 3 dei 4 impianti di riscaldamento del propellente, che sono stati risolti nel giro di poche ore. La Resilience attraccherà alla ISS verso le 4:00 del 17 Novembre.

L’equipaggio è composto da 3 astronauti Michael Hopkins, Victor Glover, Shannon Walker della NASA ed Soichi Noguchi della JAXA. È dai tempi dello Space Shuttle che non volavano più di 4 astronauti contemporaneamente verso l’orbita.

Il Logo è composto nello sfondo da un dragone ed una lettera C, a rappresentare la “Crew Dragon”. Il numero “1” sta ad indicare la prima missione. In primo piano è presente il disegno della navetta nella missione. Sulla lettera C sono presenti in basso 4 simboli: da destra a sinistra sono gli emblemi delle missioni Mercury, Gemini, Apollo, Space Shuttle. In alto il simbolo della ISS.

The Child

Baby Yoda lasciato fluttuare all’interno dell’abitacolo. Fonte: SpaceX

Oltre i quattro umani a bordo, in cabina si trova un quinto elemento dell’equipaggio, The Child (Il Piccolo), soprannominato Baby Yoda. Il pelouche di uno dei personaggi della serie televisiva The Mandalorian. È tradizione che durante i voli spaziali si porti un pelouche come mascotte. Ad esempio per il test Demo 2 si usò un pelouche raffigurante una Terra antropomorfizzata. Questo dettaglio ha fatto il giro dei social, soprattutto fra i fan della serie e senz’altro generando ulteriore pubblicità per la stessa.

In realtà, questi pelouche hanno un importante scopo pratico: sono degli indicatori di gravità. Quando la navicella si trova in orbita il pupazzo è libero di fluttuare a causa del campo di microgravità generato dall’azione del campo di forza centrifuga sul campo gravitazionale locale presente nella navicella.

In Copertina: Fotografia pochi istanti dal decollo della missione, con in primo piano la passerella della SpaceX per il trasporto dell’equipaggio e la Resilience. Credits: NASA

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