La ricerca dei pianeti extrasolari è attualmente una delle maggiori sfide tecnologiche in campo astrofisico, in quanto richiedono enorme precisione della strumentazione e grande accuratezza nelle analisi. Ma nonostante ciò, uno studio a prima firma A. Teachey della Columbia University si è riuscito a spingere molto oltre, trovando forse la prima luna extrasolare.
Le esolune sono una vera propria sfida della moderna astronomia, e se ciò non bastasse a renderne la ricerca interessante, offrono anche la possibilità di dare importanti informazioni utili per i modelli di formazione ed evoluzione dei sistemi solari, dei pianeti e dell’abitabilità.
Nel loro studio Teachey et al. hanno analizzato 284 pianeti tra quelli scoperti dalla missione Kepler che potenzialmente potevano ospitare una luna per cercare potenziali satelliti. Questi pianeti erano piuttosto variegati: dai pianeti terrestri a quelli gioviani situati tra 0.1 e 1 Unità Astronomica dalla propria stella, dove 1 UA è la distanza media Terra-Sole.
Teachey et al. hanno allora riportato la possibile presenza di Kepler-1625b-I, una luna orbitante attorno al pianeta Kepler-1625b, a sua volta orbitante attorno alla stella Kepler-1625, situata a 4000 anni luce da noi.
Non è certo che si possa trattare di una luna: il segnale che si è osservato è coerente con un satellite, ma potrebbe dipendere infatti anche da altre cose.
Prossimamente gli occhi dell’Hubble Space Telescope saranno puntati verso questa stella per cercare conferma della presenza di questa luna.
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