Planetologia

Asteroide o cometa? La storia di 6478 Gault

Una collaborazione tra osservatori terrestri e telescopi spaziali ha portato ad osservare l’autodistruzione di 6478 Gault, un inusuale tipo di asteroide. Lo studio su Astrophysical Journal Letters.

Gault è un piccolo asteroide scoperto nel 1988, con un diametro compreso tra 4 e 9 chilometri, ma ha qualcosa di particolare da raccontarci: due strette e lunghe code si diramano da esso, ricordando molto da vicino una cometa. Si sta auto-distruggendo, perdendo materiale nello spazio interplanetario in seguito ad un qualche processo attivo di cui è interessante capire la natura.

Il team di astronomi, il cui studio è in fase di pubblicazione su Astrophysical Journal Letters, ha allora approfondito la questione per cercare di capire cosa è in grado di generare questo processo. Sembra che il colpevole sia un processo noto come YORP torque, una torsione nel moto dell’asteroide dovuta all’effetto YORP, un effetto legato da vicino all’effetto Yarkovskij, di cui avevamo parlato qui. Quando un corpo viene riscaldato dal Sole, riemette successivamente radiazione cosiddetta termica, infrarossi che servono a raffreddare il corpo nel disperato tentativo di entrare in equilibrio termico con lo spazio circostante. Su un pianeta l’effetto dinamico dovuto a questa emissione è del tutto trascurabile, ma su un asteroide è sufficiente per generare una sorta di rinculo che ne modifica l’orbita e la rotazione.

6478 Gault immortalato da Hubble Space Telescope. Credits: NASA/ESA

Se questo effetto YORP determina un’aumento della rapidità di rotazione tale da avere una forza centrifuga più forte della forza di gravità, l’asteroide diventa instabile ed emette polvere nello spazio interplanetario. E sembra proprio questa sia la causa delle code di Gault. Si tratta di un evento raro, tanto che tra gli 800 000 asteroidi che conosciamo nella Fascia Principale di Asteroidi, si stima che la distruzione YORP avvenga solo una volta l’anno.

Oltre a vari telescopi terrestri, determinante è stato l’utilizzo di Hubble Space Telescope, grazie al quale si sono potuti ottenere dati dettagliati sulla composizione e l’emissione di tali code. Il materiale non viene espulso continuativamente ma in brevi episodi che durano da poche ore fino ad un paio di giorni. Si è potuto escludere che le polveri non provenissero da un impatto con un altro oggetto in quanto non sono presenti detriti o polveri in eccesso attorno all’asteroide.

La speranza è che future osservazioni permettano di ottenere ulteriori dettagli su questi interessanti e rari fenomeni che possano fornire altre informazioni sull’incredibilmente variegato e complesso puzzle della formazione ed evoluzione del Sistema Solare.

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Fonte: ESA

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